Architettura
Dallo Studio Dotti, all'attuale Revolux Studios
Opere
La nostra esperienza trentennale nel campo della progettazione architettonica completa e raccontata in una grande Photo Collection
Opere Private
Opere Pubbliche
Le nostre opere ed interventi sono il nostro biglietto da visita. In questa sessione che siano le immagini raccontare delle nostre creazioni, maturate in tante ore di dedizione al lavoro e fatica. Che esse, possano tradursi in concretezza solida ed estetica dei nostri edifici, e nei valori di credibilità, affidabilità e competenza, come profonde fondamenta, del nostro operare.
Relativamente alla nostra filosofia...
"...Credo che l'architettura sia l'arte di organizzare fisicamente uno spazio nel tempo, secondo regole precise. Sono da sempre convinto che i suoi principi sono immutabili ma che sia continuamente diversa la loro applicazione nella storia. A ben vedere, infatti, in architettura non si inventa nulla; è gia stato inventato tutto. Se è così, qual è dunque il suo futuro in quest'epoca di globalizzazione, di mistificazione concettuale con scenografia - design, con moda – consumo? Sono queste le tendenze reclamizzate con forza dalla comunicazione di massa d'inizio secolo che qualificano l'abitare moderno.
Spesso si scrive, si vede o si sente dire " abitare in una scultura", oppure " design architettonico ", o anche "architettura di moda", confondendo il prodotto compositivo frutto di un percorso razionale, con un oggetto di consumo che, come tale, dopo un po'di tempo deve essere cambiato perché non più attuale. Le conseguenze del consumo degli edifici e del territorio, lo sappiamo bene, producono ricadute economiche e sociali molto pesanti, bruciando opportunità alle generazioni future.
Che fare allora per distinguere un prodotto di consumo da un'architettura? Ritengo che per riaffermare l'identità dell'architettura, rispetto ad altre manifestazioni più o meno artistiche, la risposta passi attraverso la sua riscoperta disciplinare e l'attuazione concreta dei propri fondamenti; essi, definendone l'essenza, la distinguono da altro.
In estrema sintesi reputo coerente che, per conservare la disciplina in divenire, sia necessario ripartire dalla conoscenza dei suoi tipi e modelli e, scomponendoli criticamente in pezzi e parti, si possano generare nel tempo altre architetture nella quale ciascun cittadino si riconosca.
Così facendo, l'opus individuale è superato e viene sublimato dalla comunità che lo accoglie. Più semplicemente se l'architettura è riconosciuta dalla gente come proprio valore culturale, oltrepassa le mode del momento e diviene un fatto permanente; non è più solo l'opera dell'autore che l'ha ideata, ma si fa patrimonio di tutti. E' questo l'obiettivo finale del mio lavoro ed è la prova, mi auguro, che ciò che è stato fatto, nel corso di questi trent'anni di attività, è buono..."
Franceso Pio Dotti